Si è disputato Domenica 14 Giugno il torneo semilampo di Ciriè, valido come prova del circuito regionale. Fatti i doverosi complimenti al vincitore Alexandru Cacinschi, seguito dal tandem Lattanzio-Villa, e all’organizzazione impeccabile e cordiale come da tradizione, possiamo parlare di ciò che interessa di più, ovvero il comportamento dei portacolori del circolo di Nichelino.
Ci siamo presentati in massa: 14 giocatori a cui vanno aggiunti gli accompagnatori. Giovani e vecchi, ragazzi e ragazze, vecchie volpi ed esordienti a portare spettacolo, bellezza, fantasia e qualità.
Roberto D’Ingiullo ha concluso con 6 punti, autore di alcune simpatiche vittorie contro Scagliotti, Saccona e Ranieri ma fermato dalle due battute d’arresto con i primi due classificati. Proprio dopo la sconfitta all’ultimo turno contro Lattanzio per non andare a premi era necessario che si verificassero le seguenti condizioni:
– che Dragojlovic perdesse con un giocatore con 600 punti elo in meno;
– che tutti i rivali della categoria vincessero all’ultimo turno scavalcandolo dalle retrovie;
– che venisse tolto il premio di fascia.
Dite che è impossibile che sia successo tutto questo e che con un buholz più alto del vincitore del torneo non si può rimanere fuori dai premi? E invece è puntualmente successo: insomma, un revival della Champions League. Bravo e bello , ma si rimane a mani vuote. Poco male, perchè il motto “Nichelino è forte e vincerà” è volutamente scritto al futuro e quindi sarà per la prossima volta.
Splendida prova di Vito Finamore, uno che ha abbandonato una sicura carriera da modello per diventare businessman rifuggendo la passerella per studiare. Nel frattempo continua a giocare a scacchi e con determinazione si è presentato al via con un laconico: “Vincerò la mia categoria”. E così ha fatto con una maturità tecnica finalmente raggiunta che è anche il viatico a nuovi successi perché, limando alcune sbavature con l’allenamento, potrà elevare ulteriormente il proprio livello.
Sugli scudi anche Emanuela Petrini che ha stravinto la propria fascia con cinque vittorie anche contro avversari esperti e quotati. Ha provato nuove varianti e ha confermato una crescita inarrestabile che fa ben sperare in vista del campionato nazionale giovanile in programma a Montesilvano a fine mese. Inizia a vedersi il lavoro della scuola di Nichelino: strategia, tattica e atteggiamento positivo alla scacchiera.
Ma se Emanuela è da elogiare, non si può non applaudire anche il fratello Davide per l’eccezionale lungimiranza. Avrebbe potuto disputare un grande torneo e vincere il premio ma ha preferito giocare male per non dare nell’occhio e arrivare a fari spenti all’appuntamento con i campionati nazionali. Insomma, la wild card del Piemonte sa che in certe manifestazioni può avere la meglio proprio chi non ti aspetti e a lui piace fare in modo che non l’aspetti nessuno.
Completa il quadretto familiare Alberto senior Petrini che ha oggettivamente fatto un brutto torneo sulla scacchiera ma merita una menzione d’onore per come si è disimpegnato con successo come autista facendo registrare il record assoluto di ben sette partecipanti portati nel viaggio d’andata. E aggiungiamo che tutti sono arrivati sani e salvi.
Veniamo ora al terzetto beffato da Giancarlo Badano. L’ammazzaNichelino ha prima vinto con Marco Volpe con un pezzo in meno, poi con Cristian Alaimo che è riuscito nell’impresa di perdere per il tempo in un torneo che prevedeva l’incremento e dulcis in findus – come direbbe lo stesso Joseph – ha battuto Guarneri in una partita che verrà tramandata ai posteri. A detta dei presenti, Joseph aveva una posizione nettamente superiore quando Badano ha trovato una mossa fuori dalla realtà che contemporaneamente comportava un’interferenza sulla regina, un adescamento sul re, un’inchiodatura doppia, la minaccia di uno scacco di scoperta con sblindamento a sinistra e una rete di matto a destra. Chi era lì è pronto a giurare che non si sia vista una simile prodezza dai tempi del gol di Maradona nei mondiali dell’86 contro l’Inghilterra. Chapeau a Badano ma lo attendiamo a Nichelino per la vendetta sportiva e non solo.
Marco Volpe ha finalmente superato la barriera spazio-temporale che gli impedisce di fare i tornei, quella sorta di campo gravitazionale respingente che non gli consente di raggiungere il circolo da casa. Cinquanta metri, ma evidentemente ricchi di difficoltà: stavolta ci è riuscito a presentarsi al ritrovo e ha disputato un buon torneo sciupando solo per mancanza di abitudine alla competizione alcune favorevoli occasioni contro navigati rivali. A metà torneo ha dichiarato: “Non mi interessa il premio” e gli avversari lo hanno preso di parola soffiandogli il titolo.
Il più atteso era comunque Cristian Alaimo. Dire che Cristian ha giocato bene sarebbe una bugia e, infatti, non lo diciamo. Ma possiamo affermare che pur in un torneo negativo, sottotono e sotto ritmo, irritato e irritante, infastidito e fastidioso, ostico e agnostico, ha mostrato comunque di avere il potenziale per puntare alle categorie magistrali, soprattutto se eviterà black out inspiegabili (della sconfitta per il tempo abbiamo già parlato; resta da aggiungere la mossa “impossibile” fatale all’ultimo turno).
E veniamo a quella che rimane una delle note più piacevoli della trasferta di Cirié. Hanno fatto il loro esordio nel circuito semilampo Maria Grazia Rizzo, Nicole Cirillo, Nicole Capezzera, Rachele Salmi ed Elisa Udrea: non si guarda il risultato di oggi perché si tratta di un allenamento per il futuro. Le speranze che continui a riecheggiare il coro “Nichelino è forte e vincerà” sono affidate anche a loro. Intanto, archiviamo la spedizione di Ciriè con il sorriso. E appuntamento alla prossima spedizione di massa pronti a conquistare nuove città.
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